Sono settimane di tensioni e forti contrasti in Valtiberina. Dopo le recenti polemiche sollevate dagli ambientalisti di Greenpeace circa l’inquinamento a Le Ville (già noto come PresepioGate, cui abbiamo dedicato un precedente articolo), un nuovo caso infiamma le coscienze locali: la diatriba sulla spezzatura del maiale.
I vegani valtiberini (tutelati come minoranza ufficiale dallo Stato Italiano nella legge n.482 del 1999, articolo 21) si sono espressi con toni violenti, contrariati ed indignati dalla “barbara pratica”: «Impensabile che nel 2016 si debba ancora assistere a tali trucidi spettacoli», così sentenzia lapidariamente Flora Zucchini. Agricoltrice bio, dance-therapy teacher, motivational speaker, slow-fooder e vegana convinta, Flora è leader del Movimento Vegano Antispecista – con sede a Gragnano – che ha fatto della lotta alla spezzatura del maiale uno dei suoi cavalli di battaglia: «Abbiamo deciso di sostituire quest’usanza con un’equivalente spezzatura della corteccia degli alberi, magari – perché no – proprio quelli divelti dalla terribile tempesta del Marzo scorso. Il ricavato del tronco verrà ovviamente utilizzato per dei pregiatissimi portaincensi green-caring, la cui costruzione sarà affidata ad artigiani locali, e la cui mistica profluenza pervaderà di essenze le case degli uomini e degli animali nei boschi, per facilitare una completa psichenergìa, una simbiosi spirituale-evolutiva, facilitatrice di deep green living, clorofilla friendly».
Di ben altro parere Romolo Svinazzi, cacciatore e allevatore di Germagnano: «I tronchi ènno da dagnine sul capo doppo avello svotato dala segatura».