Dopo Charlie Hebdo, anche il noto vignettista locale vittima di minacce da parte dei fondamentalisti dello Stato Islamico per una vignetta blasfema
Mentre il mondo intero è ancora sconvolto e indignato per l’attentato terroristico alla rivista francese Charlie Hebdo, anche il noto vignettista locale Ruben J. Fox finisce nel mirino dei fondamentalisti islamici. La pietra dello scandalo sarebbe la recente vignetta che rappresenta il profeta Maometto in visita istituzionale dal sindaco di Sansepolcro Daniela Frullani, che riportiamo per dovere di cronaca.
Ai sempre più numerosi membri della comunità musulmana valtiberina la pungente satira di Fox non è proprio andata giù, come ci spiega il coordinatore locale dell’ Isis Ismael Al-Famila: “Non siamo offesi dalla vignetta in sé, peraltro disegnata molto bene, la cui ironia brillante, ma al contempo rispettosa, ci ha sinceramente divertiti. Però la E con il gambino allungato nell’alfabeto arabo sta a significare magnate il kebab con la merda. Si tratta dunque di una grave offesa alla nostra comunità e l’uomo che voi chiamate Ruben J. Fox deve morire decapitato”. Fortunatamente però l’attentato si è concluso in un nulla di fatto grazie al proverbiale anonimato in cui vive l’ammirato umorista biturgense, che ha potuto così tirare un sospirone di sollievo dopo le recenti polemiche. “Abbiamo provato a cercarlo sull’elenco del telefono e sulle pagine gialle” prosegue Al-Famila “ma non c’è. Quindi sarà per un’altra volta, pazienza!”.
Vorremmo concludere ricordando come noi dello Zozzo cerchiamo sempre di raccontarvi le notizie con oggettività e imparzialità, lasciando da parte giudizi personali soprattutto quando si tratta della religione o di culture diverse dalla nostra. In questo caso ci sentiamo però di esprimere la nostra vicinanza alle vere vittime dell’affaire Charlie Hebdo, ossia i musulmani, offesi e vilipesi in maniera unilaterale dalla stampa e dall’opinione pubblica, soprattutto i fanatici. Noi dello Zozzo non accettiamo che chi agisce nel nome degli insegnamenti della propria religione venga attaccato solo perché il suo credo è diverso dal nostro. È una cosa vergognosa e ci dissociamo dai colleghi del periodico francese, che invitiamo a fare un passo indietro e ad ammettere le proprie responsabilità.