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Lavori a Montedoglio, Pieve S. Stefano verso un nuovo allagamento

Clamoroso a Pieve Santo Stefano: dopo 160 anni il paese verrà allagato di nuovo per consentire i lavori all’invaso di Montedoglio.

Dal 1855 ancora riecheggia a Pieve Santo Stefano il sinistro boato che portò la collina di Belmonte a franare sul Tevere e bloccare il corso del fiume fino ad allagare tutto il paese, in una maniera così surreale e drammatica da essere una delle immagini più conosciute del borgo altotiberino. Questa volta Pieve subirà di nuovo la medesima sorte seguendo un progetto milionario che vede come scopo finale la ripulitura dell’ invaso artificiale di Montedoglio. La decisione di tale intervento, inaspettata e quantomai discutibile, è stata presa dal Consorzio di Bonifica dopo lo sbloccamento dei fondi per gli interventi ordinari e straordinari di difesa del suolo e dei corsi d ‘acqua in Valtiberina Toscana. Secondo i nuovi progetti, presentati in fase preliminare solo all’ Unione dei Comuni Valtiberina Toscana, il paese di Pieve Santo Stefano verrà letteralmente allagato bloccando il corso del fiume Tevere in corrispondenza del toponimo “Daga”, ricalcando ne’ più ne’ meno i livelli e l’ estensione dell’ invaso che sommerse il paese quasi 160 anni or sono.

Alla domanda sul perchè sia stata presa questa drastica decisione, il dott. Garretta della Regione Toscana ha risposto: “Per ricostruire il muro scolmatore della diga di Montedoglio andato distrutto nel dicembre 2010 è necessario uno straordinario lavoro di bonifica delle rive e dei fondali dell’ invaso. Pieve Santo Stefano presenta le caratteristiche geomorfologiche ideali per contenere il volume d’ acqua necessario a contenere la portata e la ripulitura del suddetto senza limitare l’ invio di acqua potabile verso la Val di Chiana e la bassa Tiberina. Per quanto riguarda l ‘aspetto tecnico procederemo alla costruzione di una diga alta 25 metri in corrispondenza dell’ attuale sede dell’ Unione dei Comuni, alcuni metri a nord rispetto all’ ingresso al paese. Questa diga bloccherà il corso del Tevere verso valle consentendo un intenso e capillare lavoro di ripulitura del lago, di bonfica dai detriti e di riqualificazione del futuro limite rivierasco. I lavori, secondo una programmazione preliminare, dovrebbero iniziare a inizio 2016 e durare circa 10 anni.”

Questo intervento straordinario, fondamentale non solo per la Valtiberina ma per tutte le terre bagnate dal corso del fiume Tevere, ha costretto al decurtamento di diversi fondi già appaltati e purtroppo rimandati a data da definirsi; come per esempio quelli destinati alla messa in sicurezza dei torrenti Padonchia e Cerfone a Monterchi nonché quelli destinati alla costruzione del secondo ponte sul fiume Tevere nel comune di Sansepolcro. All’ ulteriore domanda su come reagiranno gli abitanti di Pieve a questa notizia, il dottor. Garretta ci ha tenuto molto a tranquillizzare i pievani informandoli che la ricostruzione provvisoria del paese avverrà a quota 460 metri lungo le rive del nuovo lago ed è già in fase avanzata di progettazione presso il Ministero delle Infrastrutture.

I particolari, nonché la presentazione definitiva del progetto, verranno svelati durante la conferenza stampa che si dovrebbe tenere a metà mese presso la sede della Regione Toscana. Garretta ci ha tenuto inoltre a ricordare come il coraggio mostrato dai pievani sia durante l ‘alluvione del 1855 che dopo la distruzione del 1943, siano eventi che hanno consentito al paese e ai suoi cittadini di temprarsi e rigenerarsi nonchè di ricevere l ‘ambita “Croce di Guerra al Valor Militare”.

Braddo Pitti

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