Lo Zozzo Satira, trash e degrado assortito dalla Valtiberina e dintorni
Al centro del contenzioso la Z, logo della testata satirica, di cui la Federazione Russa si è appropriata per l’azione militare in Ucraina. Mosca condannata a risarcire Lo Zozzo con chilometri cubi di gas naturale.
Era risaputo da tempo che nelle stanze del Cremlino ci si rilassasse leggendo le notizie de Lo Zozzo, in particolar modo dopo il viaggio a Jalta e poi a San Pietroburgo dell’ex sindaco Mauro Cornioli e dell’ex assessore Gabriele Marconcini in occasione della mostra su Piero della Francesca organizzata dal Museo dell’Ermitage. Sembra che lo stesso Putin si fosse appassionato al logo della testata satirica valtiberina al punto da cominciare a seguire anche le puntate originali della serie Zorro oltre che i manga giapponesi dedicati a Mazinga-Z.
Sul perché la Russia abbia scelto l’ultima lettera dell’alfabeto latino come simbolo della propria azione militare si sono lette spiegazioni di ogni tipo, frutto di fantasie e perversioni dei mezzi di comunicazione. La realtà è tutta racchiusa nel proverbiale senso della satira dei due presidenti russo e ucraino. Se Volodymyr Zelenskij si è formato presso Kvartal 95, lo Zelig ucraino, Vladimir Putin – che ha avuto un diverso addestramento come membro del Kgb nell’ex Germania Est – ha puntato sulla Z de Lo Zozzo proprio per opporsi ad un comico recuperando il gap mancante con un affermatissimo simbolo mondiale di satira, noto ben oltre la valle del Tevere. A quanto pare per alcune settimane i consiglieri di Putin sono stati indecisi se usare la Z de Lo Zozzo o la S di Saturno Notizie, per poi decidere di affidarsi a quella che è anche l’iniziale di Zuckerberg.
Già la mattina del 24 febbraio, una volta cominciata l’invasione dell’Ucraina, il vicedirettore de Lo Zozzo e noto manager delle dive Giorgio Fusberti ha denunciato la Russia per appropriazione indebita del logo della testata valtiberina e per il danno di immagine creato nel contesto in cui è stata utilizzata la Z. Prima la terza sezione “Santi Licheri” del tribunale di Russi (RA), poi la Corte di Giustizia internazionale dell’Aja ed infine la Sacra Rota hanno riconosciuto la correttezza delle tesi del Fusberti. Il Cremlino, con la mediazione di Turchia ed Israele, ha chiesto il patteggiamento ed è stato stabilito che Lo Zozzo otterrà come risarcimento ottantatré chilometri cubici di gas naturale e la concessione pluriennale di una spiaggia della Crimea.
