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Josef Mengele in visita a Sansepolcro

Il famigerato medico di Auschwitz ha visitato il museo civico e il locale centro ospedaliero, oltre che fornire consigli sul buon uso del sistema di videosorveglianza. 

Un secolo sulle spalle e non sentirselo. Non mostra certo la sua età Josef Mengele a passeggio per le strade della città pierfrancescana. Nonostante continui ad essere ricercato dal Centro Wiesenthal, che da oltre settant’anni dà la caccia ai nazisti in ogni luogo del pianeta, il tenebroso tedesco di origine bavarese si è presentato per l’ennesima volta a Sansepolcro. 

Mengele è un personaggio ancora oggi al centro di accese controversie: da molti accusato di crimini quando era medico ad Auschwitz, da alcuni proposto più volte come Nobel per la medicina per gli esperimenti su cavie umane che hanno portato indiscutibili progressi allo sviluppo della medicina. 
La latitanza di Mengele cominciò alla fine degli anni ’40 grazie alla complicità di sacerdoti altoatesini che gli permisero di raggiungere il Sudamerica, dove passò in modo sereno molti degli anni successivi, alternando sane nuotate, scrittura di poesie e conferenze sulla pienezza dello spirito.

Successivamente il medico tedesco ha preso a visitare molto di frequente l’Italia e in particolare modo la Valtiberina, essendo da sempre, come del resto tutti, appassionato di Piero e di erbe officinali.
Dopo aver contemplato il restauro della Resurrezione e aver visitato, come da consuetudine, il Pronto Soccorso e l’obitorio del nosocomio biturgense, il buon Mengele ha incontrato l’Assessore alla Sicurezza Sociale Andrea Laurenzi per fornire una consulenza sul corretto uso del sistema cittadino di videosorveglianza, al quale saranno aggiunte torrette di avvistamento e fili elettrificati nei pressi dei varchi alla cinta muraria. 

Braccato dagli agenti segreti israeliani, ma corteggiato dal nuovo governo ucraino, Mengele si è infine diretto verso l’aviosuperfice di Palazzolo ed è decollato alla volta dell’eliporto della Città del Vaticano facendo perdere le proprie tracce.

Jurgen Sparwasser

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Una carriera come mezzala al Magdeburgo con un bottino di una Coppa delle Coppe, tre scudetti e quattro coppe nazionali. La sera del 22 giugno 1974 la sua vita cambia. Abbandona la Germania Orientale per dedicare tutta la sua vita a scrivere articoli giornalistici per lo Zozzo.