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“Breccit”: il ghiaino del Tevere segue le orme della Gran Bretagna?

C’è preoccupazione in Valtiberina per le ultime notizie dalla politica locale, destinate a far discutere anche a livello europeo. Nonostante le avvisaglie di malcontento popolare, nessuno infatti si sarebbe veramente aspettato una simile mossa.

Ebbene sì: il brecciolino fuori dall’UE sembra ormai una possibilità concreta, a sentire il parere di Dionigi Giangiorgio Luigi Giuntini, detto Digiuno, pescatore amatoriale e di professione guida turistica nella zona delle cave: “Da anni l’UE ci tartassa con direttive e protocolli sul volume e sulla sfericità del brecciolino da mantenere lungo l’argine del fiume,” tuona ardimentoso Digiuno; “mettere i piedi a mollo è diventato praticamente impossibile: gli standard imposti dai burocrati di Bruxelles, infatti, prevedono che il prototipo di breccia da utilizzare in questo caso sia accuratamente seghettato in modo da ferire il bagnante ed evitarne quanto più il calpestamento, mantenendo così invariato l’ecosistema del luogo. In realtà è semplicemente un modo per immettere forzatamente nel mercato locale il brecciolino estero favorendo le brecciolerie umbre, specializzate in questo tipo di ghiaino [ricordiamo la rinomata breccioleria FarBrecce di Fabbrecce, ndr]”.

Digiuno ha quindi promosso un referendum per l’uscita, a cui potranno partecipare i residenti dei circondari nelle vicinanze del Tevere. Referendum per il quale ha spinto anche il movimento “Via Viaio dall’UE”, nelle parole del suo presidente Diàolo Dini-Dindelli: “Irragionevole rimanere, la nostra breccia è la nostra breccia, non macchiamola con prodotti di bassa qualità e dubbia origine. Questo referendum è giusto e doveroso.” Per quanto riguarda la campagna elettorale, Diàolo ci dice: “Abbiamo ideato il funzionale slogan Breccia First non ispirandoci all’inglese Britain First, bensì a Bricia First, slogan di strepitoso successo dell’associazione Bricia Deads Matter (“I morti di figa contano”), un movimento per la liberalizzazione della fagiana con sede a Palazzo del Pero”.

Abramo Solfatara

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Ex-editorialista del Corriere delle 'Ndrine e corriere delle 'ndrine egli stesso. Il suo curriculum vanta un Erasmus in Sardegna (all'interno del percorso di Laurea Magistrale 41-bis), un tirocinio in Messico (Sinaloa, Los Zetas, Cartelo de Juarez), e svariate accuse di associazione a delinquere, riciclaggio di denaro sporco e corruzione, tutte cadute in prescrizione. Ha frequentato con ottimi voti l'aula bunker di Rebibbia in qualità di pregiudicato. Si accasa infine in Valtiberina per scrivere di sport amatoriale, e dal 2015 riscuote debiti minacciando incendi alla proprietà per conto dello Zozzo.