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La Resurrezione restaurata protagonista ai mondiali di Russia 2018

L’affresco più bello del mondo partirà per Mosca, mentre resterà esposto al Museo Civico quello originale non restaurato

Grande successo per il ritorno alla massima fruibilità de La Resurrezione di Piero della Francesca. La fine del lavoro di restauro, giusto in tempo per la Pasqua di Resurrezione, allieterà la primavera dei biturgensi anche se non porterà turismo nei mesi estivi.

Grazie ad un accordo con il Cremlino, l’opera di Piero della Francesca rappresenterà l’Italia ai mondiali di Russia. L’Italia non potrà brillare nei campi di gioco, ma saprà farsi valere nei dodici stadi grazie a dodici opere d’arte e dell’ingegno italico, che verranno posizionate nell’ingresso principale di ogni impianto sportivo dei prossimi mondiali. L’opera più importante di Piero della Francesca è destinata allo Stadio Luzniki di Mosca, lo stadio dove si giocherà la partita inaugurale e la finalissima dei mondiali.

Non è dato conoscere la fondatezza della teoria di Vittorio Sgarbi sul fatto che Piero della Francesca era un accanito tifoso di calcio e sostenitore della Croazia, ai tempi facente parte, in qualità di Dalmazia, dello Stato di Venezia.

Soddisfazione da parte dell’amministrazione comunale biturgense che ringrazia pubblicamente il Ministro dello Sport uscente Luca Lotti, quello della cultura Dario Franceschini e l’ex sovraintendente alle belle arti Giulio Nuciari, artefici della scelta di Sansepolcro tra le dodici città che porteranno dodici opere d’arte ai mondiali di Russia.

Le opere d’arte italiane che accompagneranno La Resurrezione in Russia saranno: la Sacra Sindone, una balla a caso di Alberto Burri, la Bocca della Verità di Roma, la Fiat 500, il quarto piano della Torre di Pisa, la salma di Mike Bongiorno, i Jalisse, la “Merda d’artista” di Piero Manzoni, la collezione di tutti i vinili di Pupo, la Pizza Margherita e le prime trentadue puntate della serie Tv “La Piovra”.

Jurgen Sparwasser

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Una carriera come mezzala al Magdeburgo con un bottino di una Coppa delle Coppe, tre scudetti e quattro coppe nazionali. La sera del 22 giugno 1974 la sua vita cambia. Abbandona la Germania Orientale per dedicare tutta la sua vita a scrivere articoli giornalistici per lo Zozzo.