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Il rock valtiberino è ‘macho’: nuovo disco per i Single Gender

Sappiamo che avete cominciato a suonare insieme come cover band, volete parlarci di questa esperienza?

Sì, infatti ci siamo conosciuti nel 2006 proprio a un concerto dei Riccardofogli, la passione per la musica dei quali ci accomuna tutti, anche il nostro batterista che all’epoca aveva solo 47 anni. Poi però abbiamo iniziato a fare cover dei Queen, perché ne avevamo sentito parlare bene dal babbo del nostro batterista che adesso purtroppo non è più tra noi per impegni personali. È al mare col prete. Nel nostro repertorio c’erano tutte le canzoni più belle ed energiche della band di Freddy Kruger, tra cui “Sciò Must Go On”, “We Are the Ceppons”, “Wuwonz to Live 4ever” e “Hummer Tufone”.

E questo vi ha permesso di farvi pubblicità e di trovare così molte serate nella zona.

Sì, questo e anche il fatto che il babbo del nostro tastierista (Dott. Osvaldo Brana, tessera n° 101 della Loggia P2, che salutiamo) ha molti agganci nel mondo dello spettacolo e ci ha aiutato a sfondare e a conoscere volti di spicco del settore, come Giorgio Mastrota. È stato lui, tra le altre cose, a far aumentare le vendite dei nostri DVD live tramite una truffa telefonica.

E poi è arrivato il momento del “salto di qualità”.

Ad un tratto ci siamo accorti che le cover ci stavano strette e che avevamo qualcosa in più da dire. Ultimammo a tempo di record la scrittura di un concept album su delle piccole creature immaginarie blu, alte tre mele, che vivono in una foresta europea nell’era medievale dentro case a forma di funghi. Poi ci accorgemmo che la nostra idea era stata plagiata. Fu un duro colpo, ma ci rese più uniti dandoci la forza di andare avanti. A parte a quattro dei membri originari del gruppo che decisero di farla finita e il quinto di cui si sono perse le tracce.

E poi cosa è successo nell’Estate di quell’anno?

Ricordo che quell’anno faceva molto caldo, al Festivalbar spopolava Paolo Vallesi con “La Forza della Vita” e intanto eravamo tutti preoccupati perché il sequestro Moro durava ormai da più due settimane, ma c’era ottimismo nell’aria per la cresima di Anna Maria Franzoni. Andai in vacanza a Viserbella, avevo trovato un’ottima offerta incisa con una chiave sul cofano della macchina, per un appartamento con due camere, cucina accessoriata, parcheggio, bagno con doccia, vista sul Ponte Vecchio. Poi mi ricordai che erano i giorni dell’autolettura del contatore dell’acqua e purtroppo dovetti rimanere a casa perché avevo chiesto al mi zio Giuffredo se ci poteva stare lui, ma era in galleria e non prendeva.

E poi è arrivato il momento di cominciare a scrivere pezzi vostri.

Esattamente, con l’energia rock che da sempre ci contraddistingue. Abbiamo iniziato a scrivere testi in rumeno, lingua che però nessuno di noi parla, a parte la badante del babbo del batterista. Abbiamo ampliato le nostre ispirazioni (ascoltiamo un po’ di tutto). Il nostro è rock macho per uomini veri ispirato a gruppi come Queen, Bon Jovi, Europe, Gianna Nannini, Tiziano Ferro, Judas Priest, Village People, Wham, Cristiano Malgioglio, ma soprattutto il grande Vasco.

Possiamo dire che i vostri sono testi “universali”?

Nei nostri testi parliamo di questa società malata in cui tutti vogliono apparire e nessuno ha il coraggio di mostrarsi per quello che è veramente. Pensiamo che sia una cosa molto originale e che nemmeno i Puffi hanno mai trattato. Questo è anche il tema del recente video “Staggarsi dalla Realtà”, tratto dal nostro EP “Non ci son più le Mezze Stagioni”.

Presentatevi e salutate i nostri lettori.

I Single Gender sono: Cartiero Bressone (voce e passivo del gruppo), Arduino Trinciafogne (chitarra e idropulitrice a caldo), Vincisgrasso Furgonati (basso e coradelle), Cracco Carli (tastiere e mouse) e Aleppo Lagnoso (batteria e deambulatore). Un saluto rock a tutti i lettori di questa rubrica, let’s rock!!!!!

Lidia Manzano

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Musicista e produttrice Martial-Industrial di origini ebraiche. Ha collaborato con gruppi del calibro degli Obice, i Mortaio e i LENZ.