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Città di Castello: il sindaco Bacchetta trascrive 8 unioni gay. Dure proteste

A pochi giorni dalla discussa trascrizione di 16 matrimoni gay da parte del sindaco di Roma, Ignazio Marino, anche il primo cittadino di Città di Castello Luciano Bacchetta, sfidando la diffida del prefetto, ha trascritto ieri mattina nel registro comunale otto unioni (contratte all’estero) di coppie omosessuali altotiberine. Il sindaco, tra gli applausi della sala consiliare del comune tifernate, ha parlato del “Diritto di veder riconosciuto l’amore. Anche in Valtiberina, come nel resto d’Italia, abbiamo un percorso da fare per garantire a tutti gli stessi diritti”.

CONTESTAZIONE – “Bacchetta Famigliofobico”: questo l’enorme striscione srotolato all’esterno di Palazzo dei Priori da un gruppo di attivisti locali autodefinitisi Federazione delle Roncole. “Siamo qui solo per dire ancora una volta che il sindaco sta commettendo un atto illegittimo – commenta Gianfilippo ‘Gianfi’ Serramanico, leader del movimento – Ci teniamo a dire che NON siamo estremisti e siamo molto tolleranti con i ghéi e tutti i diversi. Il problema è che quella del sindaco è solo una campagna spot per distogliere l’attenzione dai soliti giochi di poltrone! Si occupi prima dei problemi della città e di tutti quegl’inmigrati al giro che non fanno niente ma ci rubano il lavoro, oltre a portarci l’evola. Poi che c’entra, se dopo tutte queste lotte ci scappa anche qualcosa per i ricchioni ben venga: più fica per noi!”

Lo Zozzo

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