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Chi era Anacleto Puleto, oggi sulla bocca di tutti e al quale è dedicato il viadotto della E45 a rischio crollo?

Si deve proprio a questo pievano di adozione l’apertura dei numerosi night club che hanno resa famosa Pieve Santo Stefano nel mondo

Erano gli anni ‘60, quelli del boom economico e lasciata la guerra alle spalle gli uomini cercavano un poco di svago. Pieve Santo Stefano, in epoca in cui non esistevano telefoni cellulari e geolocalizzazione, era un’ottima zona franca a cavallo tra la Romagna, l’Umbria e facente parte in mondo marginale e delocalizzato di una Provincia di Arezzo che, soprattutto nel capoluogo, aveva una grande voglia di fica. Allo stesso tempo, all’indomani della chiusura delle case di tolleranza, non mancava affatto l’offerta. Anacleto Puleto, laziale di origine e zio da parte di madre di quel Giorgio Fusberti che anni dopo avrebbe ricalcato gli stessi passi, intuì la necessità di trovare il sistema di fare incontrare la domanda e l’offerta. Così nacque il mito di Pieve Santo Stefano, la città dei night, tutti lungo quella Tiberina 3 Bis che anni dopo sarebbe diventata la E45. Puleto seppe intuire con cinquanta anni di anticipo le potenzialità dei siti di incontro e che nel giro di una trentina di anni assieme alla superstrada sarebbe arrivato direttamente dall’est Europa un grande quantitativo di offerta bisognosa di luoghi dove poter offrire le proprie possibilità.
Non sfuggirono a questa isola di peccato neppure i tanti ingegneri, geometri o semplici operai, indaffarati per anni nella costruzione della Orte-Ravenna. Proprio per loro iniziativa arrivò sul tavolo dell’imprenditore italo-ispanico Bartolomeo Anas, all’epoca principale azionista della società che cura la costruzione e manutenzione delle strade, una petizione che voleva dare gloria eterna ad Anacleto Puleto, venuto a mancare poco prima in occasione della storica serata che a metà anni ‘80 vide una giovane e talentuosa Ilona Staller protagonista alle Piscine Pincardini di Sansepolcro.

Falko Weisspflog

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Pluridecorato saltatore di sci tedesco orientale di origine sassone. Campione nazionale e bronzo mondiale nel 1978. In seguito al ritiro dalle competizioni internazionali e dopo un breve soggiorno viennese sceglie Ponte Molino Baffoni per una vita dedicata all'eremitaggio ed al pentimento.