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Valmarecchia terra di cannibali?

Inequivocabili i segni sulle ossa ritrovate nel cimitero di San Gianni. Quali misteri si nascondono attorno al Sasso di Simone? Quale ruolo hanno i Negri in tutto questo? 

Un segreto inconfessabile è nascosto nei resti umani ritrovati nel cimitero di San Gianni, piccola località del ridente e da sempre felice comune di Sestino. Il bagno di popolarità di cui sta beneficiando questa parte di Toscana, ai confini con Marche e Romagna, ha portato alla ribalta un fenomeno presente da anni, ma del quale nessuno ha il coraggio di parlare: il cannibalismo in Valmarecchia.

Per anni i custodi di questo penoso segreto si sono ostinati a nascondersi dietro la Sagra della Bistecca e l’allevamento con l’attenta selezione della razza chianina. Ora emerge questa nuova e terribile verità.

Fin dal primo momento, da quando i Carabinieri hanno segnalato la presenza di ossa di recente scarnificazione nell’ossario di San Gianni, è emerso che difficilmente si poteva dare la colpa ai piranha che vivono nel laghetto antincendio ubicato nei pressi della casa per vacanze di proprietà della Diocesi, allevati dai prelati di origine africana.

I luminari dei laboratori scientifici scelti dagli inquirenti hanno reso noto come le ossa ritrovate siano state, senza alcun plausibile dubbio, cucinate a fuoco lento, modalità tipiche della tradizione subsahariana. Rimane qualche perplessità sull’arcata dentaria: non si riesce infatti a comprendere se appartenga alla vittima o al possibile carnefice degustatore.

In Procura, in Diocesi e nelle pubbliche Istituzioni circolano numerosi interrogativi su questo inquietante fenomeno: anche la Piscaglia è stata vittima di qualche tipo di cannibalismo? Il calo demografico che dal dopoguerra ha colpito la Valmarecchia è dovuto al cannibalismo? La scomparsa di un’intera divisione della fanteria tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale è pure legata al cannibalismo? Infine, la presenza di numerosi profughi africani confinati a Badia Tedalda e, curiosamente, di uomini di fede della stessa provenienza nella Parrocchia di Ca’ Raffaello è ancora una volta un legame tra Negri e cannibalismo?

“Non dimentichiamo che tutta l’area attorno al Sasso di Simone e Simoncello è di proprietà del Demanio Militare, e che per decenni è stato impedito l’accesso ai civili con la scusa dell’utilizzo del poligono militare. Ad oggi nessuno conosce i segreti di quell’area e a nessuno sa a cosa in realtà servisse tanto riserbo”, ricorda il sindaco sestinate Secondo Renzi, ospite di “Porta a Porta” nella serata di sabato scorso in occasione dell’inaugurazione di un plastico orografico dell’exclave di Ca’ Raffaello.

Lo Zozzo come al solito continuerà, con sprezzo del pericolo e con una spontanea amicizia verso i vegani della Valmarecchia, a seguire la vicenda…

Falko Weisspflog

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Pluridecorato saltatore di sci tedesco orientale di origine sassone. Campione nazionale e bronzo mondiale nel 1978. In seguito al ritiro dalle competizioni internazionali e dopo un breve soggiorno viennese sceglie Ponte Molino Baffoni per una vita dedicata all'eremitaggio ed al pentimento.